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Periodo di prova

Periodo di prova

Definizione e significato

Il periodo di prova è una fase a tempo determinato che si svolge all’inizio di un nuovo rapporto di lavoro, nella quale sia il datore di lavoro che il lavoratore o la lavoratrice hanno la possibilità di terminare il rapporto di lavoro a condizioni agevolate. Serve a una reciproca conoscenza e a verificare se la collaborazione risponde alle aspettative e ai requisiti di entrambe le parti. Le norme relative al periodo di prova sono stabilite nel Codice Civile tedesco (BGB) e spesso anche nei contratti di lavoro o nei contratti collettivi.

Inquadramento nel processo di candidatura

Ruolo del periodo di prova all’inizio dell’attività in uno studio legale

Nell’ambito della procedura di selezione, il periodo di prova viene di solito già regolamentato nel contratto di lavoro. Il suo inizio segna formalmente l’ingresso nell’azienda, ovvero il primo giorno di attività convenuto contrattualmente. In particolare, all’ingresso in uno studio legale, il periodo di prova rappresenta una fase importante in cui i nuovi collaboratori possono dimostrare il proprio metodo di lavoro professionale, l’integrazione sociale nel team e la loro disponibilità ad assumersi responsabilità.

Rilevanza per i candidati e le candidate

Per i nuovi collaboratori in uno studio legale, il periodo di prova significa prendere confidenza con i requisiti specifici del rispettivo datore di lavoro e, allo stesso tempo, dimostrare la propria motivazione e impegno. Il periodo di prova offre inoltre la possibilità di conoscere la cultura aziendale e di verificare se le proprie aspettative riguardo all’ambiente di lavoro e alle mansioni vengono soddisfatte.

Requisiti ed aspettative dal lato del datore di lavoro

I datori di lavoro utilizzano il periodo di prova per valutare i nuovi dipendenti in merito alle loro competenze tecniche, al loro modo di lavorare e alla loro capacità di integrazione. In particolare vengono spesso valutati i seguenti aspetti:

  • Disponibilità alla prestazione: Ci si aspetta che i nuovi collaboratori assumano attivamente e con impegno i propri compiti e si ambientino rapidamente.
  • Capacità di lavorare in team: La capacità di collaborare in modo costruttivo con colleghe e colleghi è un criterio centrale.
  • Iniziativa personale: I collaboratori dovrebbero dimostrare senso di responsabilità, riconoscere autonomamente i compiti e affrontarli di propria iniziativa.
  • Flessibilità e volontà di apprendere: L’apertura verso nuovi compiti nonché la disponibilità ad accettare e mettere in pratica i feedback sono particolarmente apprezzate.
  • Affidabilità: Puntualità, precisione e un modo scrupoloso di lavorare sono requisiti fondamentali.

Oltre alla componente tecnica, spesso si attribuisce particolare importanza anche alle capacità comunicative e organizzative.

Fraintendimenti o interpretazioni errate tipiche

Il periodo di prova viene spesso frainteso o valutato erroneamente, tra l’altro nei seguenti punti:

  • Preavviso abbreviato: Durante il periodo di prova solitamente si applica un termine di preavviso abbreviato (di solito 2 settimane, salvo diversa pattuizione contrattuale), ma non una rinuncia totale alla tutela contro il licenziamento.
  • Obbligo di assunzione: Non sussiste alcun diritto legale al proseguimento del rapporto di lavoro; il periodo di prova è giuridicamente previsto come possibile fase di conclusione del rapporto.
  • Durata del periodo di prova: La durata di solito va da tre a sei mesi, ma può essere concordata individualmente e non è prescritta dalla legge – periodi più lunghi sono possibili solo in casi eccezionali, ma non costituiscono la regola.
  • Nessuna ‘fase di prova’ solo per il lavoratore: Il periodo di prova è una fase di conoscenza reciproca e non una strada a senso unico – anche i nuovi collaboratori possono in questo periodo verificare se il rapporto di lavoro corrisponde alle loro aspettative.

Consigli pratici per candidati e candidate su come affrontare il periodo di prova

  • Chiarezza: Prima di firmare il contratto di lavoro, leggere attentamente le regole concrete relative al periodo di prova e, se necessario, porre domande.
  • Cercare attivamente i feedback: Mostrate iniziativa personale e richiedete regolarmente commenti sul vostro metodo di lavoro e sull’integrazione nel team.
  • Apertura alle novità: Approfittate della possibilità di dimostrare disponibilità all’apprendimento e flessibilità – soprattutto in situazioni lavorative nuove e insolite.
  • Rafforzare la responsabilità personale: Assumete la responsabilità dei vostri compiti e proponete attivamente suggerimenti di miglioramento.
  • Favorire l’integrazione sociale: Partecipate alle riunioni di team e collaborate a progetti comuni – le competenze sociali sono spesso valutate.
  • Riflessione: Anche per voi stessi è consigliabile verificare regolarmente se la situazione lavorativa e la cultura aziendale corrispondono alle vostre aspettative e obiettivi.

Domande frequenti

Quanto dura di solito il periodo di prova in uno studio legale?

Il periodo di prova dura di solito tra tre e sei mesi. La durata precisa dipende dagli accordi nel contratto di lavoro.

È possibile prolungare il periodo di prova?

Un prolungamento del periodo di prova è in linea di principio possibile solo se concordato individualmente nel contratto e se non viene superata la durata massima complessiva (di regola sei mesi).

Quale termine di preavviso si applica durante il periodo di prova?

Durante il periodo di prova di regola si applica un preavviso di due settimane. Il termine esatto deriva dal contratto di lavoro o dalle normative di legge.

Durante il periodo di prova vige la stessa tutela contro il licenziamento che dopo?

La tutela legale generale contro il licenziamento secondo la Legge sulla protezione contro il licenziamento (Kündigungsschutzgesetz) di norma si applica solo dopo il termine del periodo di prova e dopo sei mesi di attesa. Durante il periodo di prova i licenziamenti sono possibili secondo condizioni agevolate.

Esiste un diritto alle ferie durante il periodo di prova?

Sì, il diritto alle ferie esiste in linea di principio dall’inizio del rapporto di lavoro. Tuttavia, il contratto di lavoro può prevedere che le ferie durante il periodo di prova possano essere concesse solo in modo limitato.

Ci sono consigli particolari per superare con successo il periodo di prova?

Comunicazione aperta, iniziativa personale e il richiedere attivamente feedback sono fattori importanti. Flessibilità, disponibilità all’apprendimento e un atteggiamento positivo nei confronti del team aiutano a costruire un rapporto di lavoro di successo.


Il periodo di prova rappresenta dunque una fase importante e giuridicamente vincolante all’inizio di un’attività in uno studio legale. Offre a entrambe le parti l’opportunità di gettare le basi per una collaborazione proficua. Un approccio consapevole e attivo a questa fase può contribuire in modo determinante al successo a lungo termine.

Domande frequenti

Quali termini di preavviso si applicano durante il periodo di prova?

Durante il periodo di prova sia il datore di lavoro che il lavoratore possono terminare il rapporto di lavoro con un preavviso abbreviato. Ai sensi del § 622 co. 3 BGB (Codice Civile tedesco) il termine legale di preavviso durante il periodo di prova è di due settimane. Questa disposizione si applica indipendentemente dal fatto che il periodo di prova sia stato formalmente definito nel contratto di lavoro, ma solo se il periodo di prova dura al massimo sei mesi. Se le parti contrattuali concordano un periodo di prova più lungo, dal settimo mese si applica nuovamente il termine di preavviso ordinario. Allo stesso modo, il contratto di lavoro può prevedere un termine più breve o più lungo, purché non venga inferiore agli standard minimi di legge. I contratti collettivi possono anch’essi prevedere regole diverse, da rispettare. Il recesso, come per un normale rapporto di lavoro, deve avvenire per iscritto (§ 623 BGB).

È necessario indicare una motivazione per il licenziamento durante il periodo di prova?

Durante il periodo di prova generalmente non è necessario indicare le motivazioni del licenziamento. La legge sulla tutela contro i licenziamenti (KSchG) si applica solo quando il rapporto di lavoro dura più di sei mesi e in azienda sono generalmente impiegati più di dieci lavoratori. Durante il periodo di prova quindi, i lavoratori generalmente non godono della tutela contro i licenziamenti della KSchG e quindi il licenziamento ordinario in genere non necessita di motivazione. Una eccezione si ha nei casi di licenziamenti per motivi comportamentali, personali o aziendali, dove si applica una tutela speciale (ad esempio per donne in gravidanza, persone gravemente disabili, membri del consiglio di fabbrica); in questi casi il licenziamento durante il periodo di prova è ammesso solo in modo limitato o con il consenso delle autorità competenti.

Si ha diritto alle ferie durante il periodo di prova?

Anche durante il periodo di prova sussiste in linea di principio il diritto alle ferie. Tuttavia, il diritto pieno alle ferie secondo il § 4 BUrlG (Legge federale sulle ferie) sorge dopo sei mesi di servizio. Prima della scadenza di questo termine, si matura comunque, per ogni mese completo di rapporto di lavoro, il diritto a un dodicesimo delle ferie annuali (§ 5 co. 1 BUrlG). Questo diritto alle ferie proporzionali può essere concesso anche durante il periodo di prova, pertanto di regola non vi è periodo di attesa per richiedere le prime giornate di ferie. Nella prassi però è comune che le richieste di ferie durante il periodo di prova siano trattate con prudenza, il che tuttavia non comporta un’esclusione giuridica.

Un prolungamento del periodo di prova può essere imposto unilateralmente?

Un prolungamento del periodo di prova non può essere imposto unilateralmente dal datore di lavoro. Un periodo di prova concordato contrattualmente è vincolante. Un prolungamento successivo è ammesso solo se entrambe le parti – datore di lavoro e lavoratore – vi acconsentono esplicitamente e la modifica viene messa per iscritto. Senza una modifica consensuale del contratto di lavoro, un prolungamento unilaterale del periodo di prova è inefficace. Solo in alcune eccezioni, come una lunga assenza per malattia del lavoratore durante il periodo di prova, una proroga può essere sensata e giuridicamente ammissibile, a condizione che entrambi siano d’accordo.

Sussiste il diritto alla continuazione della retribuzione in caso di malattia durante il periodo di prova?

Anche durante il periodo di prova si applica la Legge sulla continuazione della retribuzione (EFZG). Ciò significa che il lavoratore, in caso di malattia, ha diritto alla continuazione della retribuzione da parte del datore di lavoro, purché il rapporto di lavoro sia durato almeno quattro settimane (§ 3 co. 3 EFZG). Se il lavoratore si ammala prima che siano trascorse queste quattro settimane, ha diritto all’indennità di malattia della cassa mutua. Dopo le quattro settimane, a prescindere dal fatto che ci si trovi ancora nel periodo di prova, il lavoratore ha diritto – per un massimo di sei settimane – alla continuazione della retribuzione in caso di malattia.

Si applica una tutela speciale contro il licenziamento durante il periodo di prova?

Determinati gruppi di persone godono anche durante il periodo di prova di una tutela speciale contro il licenziamento. Tra questi rientrano, ad esempio, donne in gravidanza e madri sotto tutela di maternità (§ 17 MuSchG), persone gravemente disabili ed equiparate (§ 168 SGB IX) nonché membri del consiglio di fabbrica (§ 15 KSchG). In questi casi il licenziamento è possibile solo in presenza di circostanze particolari e di solito solo previo consenso delle relative autorità. Soprattutto nel caso di una futura madre, anche in periodo di prova un licenziamento è possibile solo in casi di assoluta eccezione e con il consenso dell’autorità competente (ad esempio autorità di vigilanza o ufficio per l’integrazione) è strettamente necessario.

Il lavoratore può dimettersi durante il periodo di prova?

Anche il lavoratore può terminare il rapporto di lavoro durante il periodo di prova rispettando il termine di preavviso legale o quello eventualmente accordato. Il preavviso è in linea di principio di due settimane, salvo che il contratto di lavoro o quello collettivo prevedano altre disposizioni. Anche le dimissioni del lavoratore devono avvenire in forma scritta e devono arrivare al datore di lavoro entro la durata del periodo di prova, potendo la fine del rapporto avvenire anche dopo la scadenza dello stesso, qualora la disdetta sia stata consegnata entro il termine del periodo di prova.