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Modello di bonus

Modello di bonus

Definizione e origine

Un modello di bonus si riferisce a un sistema di retribuzione variabile in cui i dipendenti possono ricevere pagamenti aggiuntivi legati alle prestazioni (“bonus”) oltre alla loro retribuzione base fissa. Questi pagamenti si basano su obiettivi concordati individualmente o validi a livello aziendale, nonché su risultati misurabili raggiunti entro un determinato periodo di tempo. Il termine è diventato particolarmente popolare nell’ambito delle moderne strategie di gestione delle risorse umane e delle politiche di remunerazione nella tarda metà del XX secolo, acquisendo importanza con la crescente competitività economica e l’orientamento alle prestazioni.

Significato nel contesto di uno studio legale o aziendale

Nelle aziende, negli studi di consulenza o negli studi legali economici, il modello di bonus costituisce uno strumento centrale della politica retributiva. Serve a motivare i dipendenti a ottenere prestazioni speciali e a coinvolgere il loro impegno nel successo aziendale. Tipicamente, i bonus vengono assegnati come riconoscimento per il raggiungimento di specifici obiettivi, come obiettivi di fatturato, acquisizione di mandati, prestazioni del team o criteri qualitativi (soddisfazione del cliente, conformità, miglioramenti dei processi). Inoltre, aspetti come l’iniziativa personale, il contributo alla cultura aziendale o la formazione continua possono influire sulla base di calcolo.

Il modello di bonus può essere applicato a diversi livelli gerarchici, dall’ingresso in azienda attraverso varie tappe di carriera fino alla dirigenza. La specifica struttura varia a seconda delle dimensioni dell’azienda, degli standard di settore e della rispettiva cultura aziendale.

Condizioni quadro

Aspetti legali

I modelli di bonus sono soggetti a normative giuslavoristiche. La configurazione dei bonus deve essere regolata in modo chiaro e trasparente nei contratti di lavoro, negli accordi integrativi o negli accordi aziendali. In particolare, devono essere chiaramente definiti i destinatari aventi diritto, i criteri di erogazione del bonus, la base di calcolo e la data di pagamento. Devono essere rispettati principi quali l’assenza di discriminazioni e l’equità di trattamento.

Standard organizzativi e di mercato

L’introduzione e la gestione dei modelli di bonus richiedono misure organizzative come la definizione uniforme degli obiettivi, la valutazione trasparente delle prestazioni e la comunicazione comprensibile verso i dipendenti. In molti settori si sono affermati determinati standard: spesso è prevista una combinazione di obiettivi individuali e collettivi. È tipico del settore avere intervalli di pagamento annuali o semestrali, con l’importo del bonus potenziale calcolato come percentuale rispetto al salario annuo.

Trasparenza e tracciabilità

Un ulteriore aspetto fondamentale è la tracciabilità dei meccanismi di valutazione. I criteri dovrebbero essere oggettivamente misurabili e noti a tutti i collaboratori, al fine di garantire accettazione ed equità nel team.

Influenza su percorsi di carriera e opportunità di sviluppo

I modelli di bonus hanno un’influenza significativa sul percorso personale. Forniscono orientamento agli obiettivi, rafforzano l’automotivazione e offrono ai dipendenti la possibilità di contribuire responsabilmente al proprio avanzamento di carriera. Spesso il diritto al bonus è collegato al colloquio di sviluppo personale e all’accordo annuale sugli obiettivi. Inoltre, gli obiettivi raggiunti regolarmente e i bonus ne risultanti possono essere inseriti nella valutazione delle prestazioni e nello sviluppo di carriera, influenzando ad esempio promozioni, responsabilità di progetto o la partecipazione a iniziative strategiche.

Vantaggi e svantaggi nonché punti di discussione

Vantaggi

  • Motivazione e incentivi alle prestazioni: L’introduzione dei bonus motiva i dipendenti a ottenere prestazioni superiori alla media.
  • Trasparenza nella valutazione delle prestazioni: Obiettivi chiari e criteri di valutazione comprensibili creano confrontabilità.
  • Allineamento agli obiettivi aziendali: Criteri di bonus individuali e collettivi supportano gli obiettivi strategici dell’azienda e promuovono il lavoro di squadra.
  • Flessibilità: I modelli di bonus possono essere adattati alle esigenze di singole aziende o team.

Svantaggi

  • Soggettività e potenziale di conflitto: Criteri vagamente definiti o non trasparenti possono portare a insoddisfazione e malcontento.
  • Focus su obiettivi a breve termine: Un’eccessiva attenzione agli obiettivi quantitativi può compromettere lo sviluppo sostenibile e lo spirito di squadra.
  • Potenziali disuguaglianze: Criteri squilibrati possono rafforzare la percezione di disparità.
  • Maggior carico amministrativo: La costante verifica, valutazione e documentazione delle prestazioni richiede risorse.

Punti tipici di discussione

I sistemi di bonus sono oggetto di discussione in particolare per quanto riguarda equità, impatto sulla cultura aziendale, adeguatezza dei criteri scelti e l’equilibrio tra obiettivi individuali e collettivi. Anche questioni sulla durata degli obiettivi e l’integrazione di prestazioni non misurabili sono oggetto di continui adeguamenti e sviluppi.

Esempi pratici e scenari di applicazione

Esempio 1: Bonus collegato al fatturato

Un membro del team riceve un bonus per aver raggiunto o superato un obiettivo di fatturato, definito all’inizio dell’anno insieme alla direzione. Al raggiungimento di una soglia di fatturato prestabilita, una percentuale del fatturato eccedente viene corrisposta come bonus.

Esempio 2: Bonus di team e individuale

Oltre agli accordi individuali sugli obiettivi, esiste un obiettivo di bonus comune per l’intero team. Se questo valore viene raggiunto, tutti i membri del team ricevono lo stesso bonus. Questo rafforza la collaborazione e promuove una cultura di supporto reciproco.

Esempio 3: Accordi su obiettivi qualitativi

Non solo indicatori quantitativi misurabili, ma anche prestazioni qualitative, ad esempio il contributo riuscito a progetti interni o il miglioramento dei processi di lavoro, vengono premiati con un bonus individuale. La valutazione avviene in base a criteri concordati in precedenza nel colloquio di sviluppo.

Domande frequenti (FAQ)

Come viene generalmente definito un modello di bonus? Il modello di bonus viene solitamente regolato per iscritto nel contratto di lavoro o in accordi specifici sugli obiettivi. I criteri e le condizioni per l’erogazione del bonus vengono comunicati in modo trasparente.Quando viene pagato un bonus? Il pagamento avviene, a seconda del modello, annualmente, semestralmente o a intervalli di tempo più brevi, di solito dopo la conclusione del periodo di valutazione e la verifica delle prestazioni.Il bonus è obbligatorio? Il diritto al bonus sussiste solo se ciò è espressamente previsto contrattualmente o da un accordo aziendale e se gli obiettivi concordati sono stati raggiunti.Che influenza ha un modello di bonus sullo sviluppo di carriera? I bonus ottenuti regolarmente e le relative prestazioni documentate vengono considerati nella valutazione e possono influire positivamente su promozioni e future opportunità di carriera.Il bonus può anche essere sospeso? Sì, se le condizioni per il raggiungimento degli obiettivi non sono state soddisfatte o in presenza di particolari condizioni economiche (ad es. notevoli perdite aziendali), il pagamento del bonus può essere totalmente o parzialmente sospeso, se previsto contrattualmente.


Un modello di bonus serve quindi come elemento centrale dei moderni sistemi di valutazione e remunerazione delle prestazioni e promuove il lavoro orientato agli obiettivi nonché opportunità di sviluppo tracciabili per tutti i collaboratori, indipendentemente dal livello di ingresso o di esperienza.

Domande frequenti

Quali requisiti legali si applicano all’introduzione e alla modifica di un modello di bonus?

Per l’introduzione e la modifica di un modello di bonus in azienda occorre rispettare sia le disposizioni di diritto del lavoro che quelle collettive. In primo luogo deve essere verificato se il modello di bonus è disciplinato individualmente, tramite accordo aziendale o contratto collettivo. Se esiste un consiglio di fabbrica, esso ha un diritto di cogestione ai sensi dell’art. 87 comma 1 n. 10 e n. 11 della Legge sulla costituzione aziendale (BetrVG) per quanto riguarda la struttura salariale aziendale e i sistemi premiali. Le modifiche ai modelli di bonus esistenti sono soggette a requisiti più severi se sono diventati parte integrante del contratto di lavoro – in tal caso sono necessari licenziamenti modificativi o modifiche scritte. Devono essere rispettate anche le disposizioni della legge generale sulla parità di trattamento (AGG) e il principio di trasparenza. Modifiche unilaterali da parte del datore di lavoro sono possibili solo in presenza di una riserva di recesso, facoltatività o modifica espressa e valida, che deve essere chiaramente regolata nel contratto. Inoltre, non possono essere peggiorate le principali obbligazioni contrattuali. Nelle aziende legate a contratti collettivi, prevalgono inoltre le disposizioni del contratto collettivo.

In quali condizioni un modello di bonus è giuridicamente vincolante?

Un modello di bonus è giuridicamente vincolante se fa parte del contratto di lavoro, di un accordo aziendale o di un contratto collettivo. Se è regolato contrattualmente, è determinante che la regolamentazione del bonus sia sufficientemente determinata e comprensibile per entrambe le parti. Disposizioni poco chiare o troppo generiche possono essere interpretate a favore del lavoratore. Una riserva di facoltatività (“pagamento speciale volontario”) o di recesso può limitarne la vincolatività, ma solo se concordata in modo chiaro e trasparente. Un recesso unilaterale del bonus senza fondamento contrattuale non è giuridicamente valido. In caso di bonus concesso regolarmente senza riserve, può inoltre sorgere una prassi aziendale che conferisce un diritto azionabile al lavoratore. Nelle aziende vincolate da contratto collettivo, il modello di bonus è generalmente vincolante secondo il contratto stesso. In definitiva, ciò che conta è come la regolamentazione sul bonus è stata concordata, quale formulazione è stata scelta e se il datore di lavoro si è riservato di concedere o revocare la prestazione.

Quali diritti di cogestione ha il consiglio di fabbrica in relazione al modello di bonus?

Il consiglio di fabbrica ha ampi diritti di cogestione nell’introduzione, modifica e definizione dei modelli di bonus secondo la legge sulla costituzione aziendale. Fondamentale è l’art. 87 comma 1 n. 10 (struttura salariale) e n. 11 (principi in materia di proposte aziendali, incluse le modalità premiali) BetrVG. Questo significa che il datore di lavoro non può introdurre, modificare o abolire regolamenti sui bonus senza il consenso del consiglio di fabbrica. Sono soggetti a cogestione soprattutto i criteri di calcolo dei bonus, la trasparenza degli obiettivi, la selezione dei partecipanti, le scadenze e la gestione dei casi particolari (ad es. malattia, congedo parentale, cessazione). Escluso dal diritto di cogestione è invece l’“an” di una retribuzione aggiuntiva, cioè se introdurre effettivamente un sistema di bonus, salvo che esso sia già disposto contrattualmente o a livello collettivo. Se non si raggiunge un accordo, può essere coinvolto il collegio arbitrale.

Come deve essere trattato il modello di bonus durante maternità, congedo parentale o malattia?

Durante il congedo di maternità, il congedo parentale o in caso di lunga malattia si pone la questione se e in quale misura il dipendente abbia diritto al bonus. Secondo la giurisprudenza attuale è determinante se il modello di bonus è collegato alla prestazione lavorativa oppure copre anche i periodi di continuazione retributiva (come il congedo di maternità o la continuazione salariale per malattia). Per le componenti variabili della retribuzione pagate come controprestazione per la prestazione lavorativa vale l’art. 3 EFZG (Legge sulla continuazione della retribuzione), per cui durante le prime sei settimane di malattia il lavoratore ha diritto, in linea di principio, al bonus medio. Durante la maternità, secondo l’art. 11 MuSchG (Legge sulla protezione della maternità), deve essere corrisposta la retribuzione media degli ultimi tre mesi comprensiva di tutte le componenti variabili, compresi i bonus. Durante il congedo parentale il rapporto di lavoro è in linea di massima sospeso; non esiste diritto al bonus, salvo che non siano state previste altre disposizioni o l’accordo di bonus includa espressamente tali periodi. È quindi consigliabile definire i modelli di bonus in modo quanto più concreto possibile per la gestione dei casi particolari, onde evitare incertezze giuridiche e successivi conflitti.

I modelli di bonus possono costituire una discriminazione ai sensi dell’AGG?

Sì, i modelli di bonus possono portare a una discriminazione diretta o indiretta ai sensi della Legge generale sulla parità di trattamento (AGG) se basati su criteri che svantaggiano un gruppo di dipendenti, ad esempio per genere, origine etnica, religione, disabilità, età o identità sessuale. Una problematica frequente si verifica quando, ad esempio, i lavoratori part-time vengono valutati secondo gli stessi obiettivi dei full-time, con possibili svantaggi. Anche il ricorso a criteri apparentemente “orientati alle prestazioni” può agire indirettamente a svantaggio, in particolare quando i lavoratori con obblighi familiari, periodi di assenza per maternità/malattia, disabilità ecc. sono penalizzati. I datori di lavoro sono tenuti a strutturare i modelli di bonus in modo da non discriminare e a verificarli regolarmente. I lavoratori discriminati possono rivendicare il risarcimento o l’indennizzo ai sensi dell’art. 15 AGG.

Come viene trattato giuridicamente un accordo sugli obiettivi nell’ambito di un modello di bonus?

Gli accordi sugli obiettivi sono spesso parte integrante dei moderni modelli di bonus. Sono giuridicamente vincolanti solo se gli obiettivi da raggiungere sono concordati individualmente, chiaramente e inequivocabilmente tra datore e dipendente. Il datore di lavoro è obbligato a negoziare gli obiettivi e non può imporli unilateralmente (cfr. BAG, sentenza del 12.12.2007, 10 AZR 97/07). Se l’accordo sugli obiettivi non viene concluso per colpa del datore di lavoro, il lavoratore può chiedere il risarcimento, regolarmente sotto forma del bonus mancato (§ 280 BGB). Spetta al datore di lavoro dimostrare che gli obiettivi non erano concordabili per mancanza di fattibilità o che il lavoratore si è rifiutato. L’accordo deve essere così definito da permettere in ogni momento la verifica delle condizioni per il bonus; formulazioni poco chiare o non vincolanti vanno a danno del datore di lavoro.

Quando un datore di lavoro può rifiutare legalmente il pagamento di un bonus?

Il datore di lavoro può rifiutare il pagamento di un bonus solo se una relativa clausola contrattuale lo prevede espressamente, ad esempio mediante una riserva valida di recesso, facoltatività o restituzione. È necessario che tali riserve rispettino il principio di trasparenza e non violino buona fede (§ 242 BGB) o l’interdizione del pregiudizio ingiustificato (§ 307 BGB). Le ragioni per la revoca o la mancata erogazione devono essere specificatamente indicate nel contratto di lavoro o nelle condizioni del bonus; formulazioni generiche non sono valide. Anche in presenza di una riserva valida, i diritti già maturati o acquisiti devono essere, di norma, soddisfatti. Il diniego del bonus può essere eccezionalmente giustificato anche se il lavoratore, nel periodo di pagamento, ha perso il diritto per gravi violazioni contrattuali (ad es. furto, frode). Il diritto di recupero sorge se i bonus già pagati vengono successivamente riconosciuti come non dovuti (ad es. per dichiarazioni errate). Ogni rifiuto o recupero deve comunque sempre conformarsi alle norme di legge ed è soggetto, caso per caso, ad attento scrutinio da parte dei tribunali del lavoro.