Legal Lexikon

Dottorato dopo il tirocinio legale

Definizione e distinzione: Dottorato dopo il referendariato

Die Dottorato dopo il referendariato indica il conseguimento del titolo di Dottore di ricerca (di norma Dr. iur.), dopo che i laureati in giurisprudenza hanno completato con successo il referendariato forense e il Secondo Esame di Stato in giurisprudenza (Esame di assessore). Questo processo riveste notevole rilevanza giuridica e organizzativa, poiché il referendariato segna già il passaggio dalla formazione scientifica a quella pratica nel diritto, e il dottorato rappresenta un ulteriore passo di qualificazione.

Basi giuridiche del dottorato dopo il referendariato

Normative di legge

Il dottorato in ambito giuridico è disciplinato essenzialmente dai regolamenti di dottorato delle rispettive facoltà di giurisprudenza delle università. Non esistono disposizioni federali unitarie, ma le leggi universitarie dei singoli Länder e i regolamenti di dottorato specifici degli atenei stabiliscono i requisiti, la procedura e le condizioni per il dottorato.

Requisiti per l’ammissione

Dopo aver superato il referendariato e il Secondo Esame di Stato in giurisprudenza, i candidati di norma soddisfano tutti i presupposti per l’ammissione al dottorato. Tra i requisiti classici figurano:

  • Conseguimento con successo del Primo e del Secondo Esame di Stato in giurisprudenza (status di giurista abilitato)
  • Di norma un esame con lode (almeno “molto buono”) nel Primo o Secondo Esame di Stato, anche se le concreti condizioni dipendono dalla singola facoltà
  • Talvolta richiesta la conoscenza di lingue straniere (ad es. latino, inglese)
  • Prova delle precedenti prestazioni scientifiche

Procedura di dottorato

Di solito la procedura di dottorato si suddivide in più fasi:

  1. Accoglimento come dottorando/a: Dopo la presentazione della domanda e la verifica dei requisiti formali, il candidato viene accolto nel procedimento di dottorato.
  2. Redazione della tesi di dottorato: La tesi viene elaborata sotto la direzione scientifica di un docente universitario responsabile.
  3. Procedura di discussione: Dopo la valutazione positiva della tesi da parte dei revisori, segue la prova orale (discussione o rigorosum).
  4. Conferimento del titolo di dottore: Dopo aver superato tutte le prove, viene conferito il titolo di dottore.

Particolarità dopo il referendariato

Dopo il referendariato, i candidati possono già vantare esperienza pratica e solide conoscenze nell’applicazione del diritto. Queste esperienze possono risultare utili nella scelta del tema per la tesi e nella comprensione del rapporto tra teoria e prassi giuridica.

Rilevanza giuridica e professionale del dottorato dopo il referendariato

Effetto sullo status professionale

Il conferimento del titolo di dottore rappresenta una qualifica aggiuntiva rilevante, che in molti ambiti giuridici funge da trampolino di lancio per la carriera. Il titolo di dottore può facilitare l’accesso a determinate posizioni nel mondo accademico, nella giustizia, nell’amministrazione e nell’economia, o essere richiesto formalmente.

Valore giuridico del titolo di dottore

Il titolo di dottore è disciplinato dal diritto regionale ed è protetto come titolo accademico secondo il § 132a del Codice Penale (StGB). L’utilizzo illecito è penalmente sanzionato. Inoltre, il titolo di dottore fa parte del diritto al nome e può essere utilizzato ufficialmente nei documenti e nei registri pubblici.

Requisiti durante il dottorato

Durante il dottorato valgono le disposizioni del relativo regolamento di dottorato. Molte facoltà riconoscono il conseguimento del Secondo Esame di Stato quale attestazione di idoneità scientifica sufficiente. Candidati con esame solo sufficiente possono talvolta essere ammessi al dottorato grazie a risultati scientifici di eccellenza (ad esempio una raccomandazione particolare o una tesi molto meritevole).

Iter e durata del dottorato dopo il referendariato

Struttura temporale

Tipicamente, la durata del dottorato dopo il referendariato va da due a cinque anni. Essa dipende dalla disponibilità di tempo, dalla scelta del tema e dai requisiti della facoltà.

Compatibilità con l’attività lavorativa

Dopo il referendariato, molti dottorandi sono già lavorativamente attivi. Il regolamento di dottorato della relativa facoltà specifica se e come il dottorato possa essere svolto part-time o parallelamente all’attività lavorativa. Spesso, oltre all’impegno lavorativo principale, è previsto anche un impiego accademico (ad es. come assistente scientifico) presso l’università.

Sostegno e tutela giuridica durante il dottorato

Aspetti di diritto sociale e del lavoro

I dottorandi sono considerati giuridicamente come studenti, dipendenti universitari o come liberi ricercatori. Ne derivano conseguenze fiscali e previdenziali, nonché diritti diversi relativi a indennità di maternità/paternità, assicurazione sanitaria e tutela della maternità. Esistono possibilità di sostegno mediante borse di studio o programmi di finanziamento alla ricerca, soggetti a normative di legge.

Aspetti di diritto d’autore e verifica del plagio

Le tesi di dottorato sono protette dal diritto d’autore. Le università sono tenute a verificarne l’originalità e a garantirne l’indipendenza scientifica, come disciplinato dai regolamenti sugli esami e mediante specifiche procedure di controllo.

Forme particolari e peculiarità

Dottorato cumulativo

Alcune facoltà consentono, in alternativa alla monografia, il cosiddetto dottorato cumulativo, nel quale vengono riconosciute più pubblicazioni scientifiche rilevanti ai fini del conseguimento del titolo di dottore.

Revoca del titolo di dottore

La base giuridica per la revoca del titolo di dottore è rappresentata dalle leggi universitarie dei Länder e dai regolamenti di dottorato. La revoca è obbligatoria, ad esempio, in caso di comprovata frode, soprattutto in caso di plagio o dichiarazioni false nella procedura di dottorato.

Sintesi e valutazione giuridica

Die Dottorato dopo il referendariato è un procedimento giuridicamente complesso, determinato dai regolamenti d’esame universitari, dalle normative universitarie regionali e dalle disposizioni di legge federali (ad es. StGB, diritto sul nome). Il conseguimento del titolo di dottore dopo il referendariato rappresenta una qualifica scientifica aggiuntiva e conferisce particolari prerogative giuridiche, ma è soggetto a numerosi requisiti formali e sostanziali, nonché a specifiche tutele di legge.

Letteratura e normative di riferimento

  • Leggi universitarie dei Länder
  • Regolamenti di dottorato delle facoltà di giurisprudenza
  • Codice Penale (in particolare §§ 132a StGB)
  • Normative di legge e universitarie sull’attività scientifica

Attraverso una considerazione dettagliata delle prescrizioni di legge, dell’iter procedurale e degli effetti giuridici, questa voce offre una panoramica completa sulla Dottorato dopo il referendariato.

Domande frequenti

Devo aver ottenuto obbligatoriamente la valutazione “molto buono” nel secondo Esame di Stato per essere ammesso a un dottorato dopo il referendariato?

In linea di principio, il conseguimento di una lode (“molto buono” o superiore) nel secondo Esame di Stato non è un requisito legalmente previsto a livello federale per il dottorato in ambito giuridico. Fondamentale è il regolamento di dottorato della rispettiva facoltà giuridica e le indicazioni individuali del professore/essa supervisore. Tuttavia, molte facoltà prevedono, per l’ammissione come dottorandouna valutazione minima. Questa è spesso “molto buono” nel primo o secondo Esame di Stato, oppure richiede il conseguimento di una lode in uno dei due esami. Possono però esserci eccezioni ammesse dalla facoltà, ad esempio tramite una particolare attestazione di idoneità o su proposta di un docente abilitato. È quindi consigliabile esaminare attentamente il regolamento di dottorato vigente e, se necessario, rivolgersi direttamente alla facoltà o al potenziale supervisore.

È possibile il riconoscimento dei crediti o delle esperienze del referendariato nel percorso di dottorato?

Di norma, le attività o le esperienze acquisite nel referendariato non sono direttamente riconosciute come prestazioni ai fini del dottorato, poiché rappresentano livelli di qualificazione differenti. Il referendariato serve principalmente alla formazione pratica del giurista e si conclude con il secondo Esame di Stato, mentre il dottorato attesta una qualifica scientifica, solitamente con la redazione di una tesi originale e il superamento di una prova orale. Tuttavia, le competenze acquisite durante il referendariato possono essere valutate come vantaggiose, ad esempio per quanto riguarda il metodo di lavoro scientifico, la presentazione di fascicoli o la comunicazione con le autorità. In singoli casi possono esistere regolamenti interni alle facoltà che riconoscono certificati, tirocini o pubblicazioni del referendariato come prova di specifici requisiti di idoneità, ad esempio durante colloqui di candidatura con i supervisorio in fase di domanda di dottorato.

Dopo il referendariato, si ha diritto a finanziamenti o borse di studio per il dottorato?

L’assegnazione di finanziamenti o borse di studio dopo il referendariato non è garantita per legge ed è soggetta ai criteri di selezione dei singoli enti erogatori. Sia enti pubblici che privati (ad es. fondazioni per lo studio, fondazioni di promozione dei talenti, fondazioni legate ai partiti) richiedono spesso il superamento del secondo Esame di Stato, considerando però anche la valutazione d’esame, il progetto di dottorato stesso, l’impegno sociale e, se del caso, referenze accademiche da parte di professorio professoresse. Esistono inoltre borse di studio per il dottorato pensate espressamente per giuriste per le quali i requisiti devono essere verificati dettagliatamente. Giuridicamente non sussiste alcun diritto a un sostegno statale o istituzionale, neppure in presenza di risultati d’esame eccellenti. È pertanto essenziale presentare la domanda con anticipo e in modo organizzato.

Quali requisiti giuridici sono necessari per essere accolti come dottoranda dopo il referendariato?

Per essere ammessi come dottoranda dopo il referendariato in ambito giuridico, in linea generale occorre verificare la presenza dei seguenti requisiti giuridici: una laurea in giurisprudenza superata con successo (primo esame di Stato) e il superamento del secondo esame di Stato, la presentazione dei certificati di entrambi gli esami (eventualmente anche della parte universitaria, ad esempio l’esame di specializzazione), nonché l’attestazione dell’eventuale carriera o esame superato. Molte facoltà richiedono inoltre la prova di immatricolazione come studenti di dottorato e, se necessario, la dimostrazione di supervisione accademica da parte di un/a professore. Molti regolamenti di dottorato prevedono anche disposizioni sul voto minimo richiesto, le scadenze per la presentazione della documentazione e sulla prova dell’idoneità scientifica. L’iscrizione o la membership presso l’università interessata è di regola obbligatoria.

Devo già presentare un argomento di tesi definitivo in fase di candidatura dopo il referendariato?

Una proposta dettagliata di argomento per la tesi di dottorato non è sempre obbligatoria nella candidatura presso le facoltà giuridiche tedesche, ma di solito viene richiesto almeno un esposé o una proposta tematica ben strutturata. Il/la supervisore deve fondamentalmente approvare e confermare l’accettazione del suo argomento. In pratica, l’esposé serve a fornire una prima impressione degli obiettivi, del metodo e del valore scientifico del progetto e a comprovare la serietà dell’interesse al dottorato. Molti regolamenti di dottorato esigono che già nel contratto di supervisione sia indicato un tema, anche se questo potrà essere specificato o modificato in seguito.

Completare il referendariato influisce sull’entità o sulla durata del dottorato?

La partecipazione al referendariato in giurisprudenza e il conseguimento del Secondo Esame di Stato non influiscono direttamente sull’ampiezza formale o sulla durata legalmente prevista del dottorato. La durata della ricerca dipende essenzialmente dal tempo dedicato al lavoro scientifico e si attesta generalmente tra due e quattro anni, anche se sono possibili differenze individuali. La maggior parte dei regolamenti di dottorato non prevede disposizioni specifiche per i referendare o gli assessorigiuridici. Tuttavia, l’esperienza pratica acquisita nel referendariato può essere utile nella scelta del tema, nella ricerca o nel lavoro scientifico, accelerando così il processo di dottorato. I periodi minimi obbligatori di dottorato generalmente decorrono solo dall’iscrizione o dall’accettazione come dottorandin.

È possibile conseguire il dottorato dopo il referendariato anche in modalità lavorativa?

Dopo il referendariato, è giuridicamente possibile intraprendere un dottorato in modalità lavorativa e la maggior parte dei regolamenti di dottorato non lo esclude. Non sussiste alcun obbligo di rinunciare a un’attività lavorativa durante il dottorato. Tuttavia, possono esserci indicazioni interne delle università riguardo all’impegno richiesto o all’immatricolazione, nonché limitazioni nell’accesso a specifici finanziamenti (ad esempio in relazione a borse di studio). Si consiglia pertanto un’attenta verifica dei relativi regolamenti e di consultare tempestivamente il/la supervisore di tesi, così da evitare conflitti tra obblighi lavorativi e requisiti scientifici.