Deal Flow
Definizione e origine del termine
Il termine Deal Flow proviene dalla lingua inglese e indica letteralmente il “flusso di affari” o “corrente di affari”. In origine questo termine era utilizzato principalmente nel settore finanziario e degli investimenti, in particolare in relazione al numero e alla qualità delle opportunità di investimento potenziali che vengono offerte a un’organizzazione o a una persona in un determinato periodo di tempo. Attualmente l’espressione viene impiegata anche in altri contesti professionali, tra cui studi legali con incarichi di natura internazionale o economica.
Significato nel contesto di studio legale
Nella pratica quotidiana dello studio legale, il termine Deal Flow descrive la totalità degli incarichi, delle transazioni o dei progetti sottoposti allo studio legale che richiedono una consulenza economica o giuridica. Spesso ciò interessa studi legali specializzati in consulenza societaria o in operazioni di fusione e acquisizione, ad esempio nei settori Mergers & Acquisitions, finanziamenti, transazioni immobiliari o ristrutturazioni societarie.Deal Flow comprende sia la quantità (numero di richieste di mandato o di transazioni) sia la qualità (complessità, portata e potenziale delle singole operazioni). È considerato un indicatore centrale della rilevanza sul mercato e del carico di lavoro di uno studio legale. Un Deal Flow sostenuto può indicare un’alta domanda di mercato e una buona rete di contatti, rendendo così più attrattivo il luogo di lavoro soprattutto per chi è agli inizi della carriera.
Condizioni quadro
Aspetti giuridici
Il Deal Flow di uno studio legale è influenzato da diversi fattori giuridici, tra cui:
- Prescrizioni legislative e regolamentazioni nel settore giuridico pertinente (ad es. norme nel diritto societario, bancario o tributario).
- Accordi di riservatezza (Non-Disclosure Agreements, NDA), che possono giocare un ruolo già nelle prime fasi di avvio di un mandato.
- Vigilanza di mercato o obblighi di autorizzazione amministrativa, ad esempio in tema di transazioni di diritto pubblico o di operazioni transfrontaliere.
Aspetti organizzativi
A livello organizzativo la gestione del Deal Flow comprende tra l’altro:
- L’accettazione efficiente, la verifica e la distribuzione delle richieste di mandato in entrata.
- La pianificazione della capacità in relazione alla gestione di mandati paralleli.
- La cura dei network imprenditoriali e professionali per la generazione continua di nuovi progetti.
- L’impiego mirato di team o tandem per coprire requisiti specifici nell’ambito delle transazioni.
Aspetti culturali
Negli studi legali attivi a livello internazionale, le differenze culturali influenzano la comunicazione, la conduzione delle trattative e l’avviamento dei mandati. Un Deal Flow eterogeneo può offrire l’opportunità di rafforzare le competenze interculturali e approfondire la comprensione delle diverse consuetudini commerciali.
Esempi pratici e scenari tipici
- Mergers & Acquisitions (operazioni di acquisizione aziendale): Uno studio legale riceve regolarmente richieste di assistenza giuridica nelle acquisizioni aziendali. La somma e la varietà di queste richieste descrivono il Deal Flow attuale nel campo delle M&A.
- Round di finanziamento per start-up: Soprattutto nella consulenza alle start-up, il Deal Flow si manifesta attraverso il numero e la selezione dei round di finanziamento che vengono seguiti giuridicamente.
- Transazioni immobiliari: La consulenza nella compravendita o nel finanziamento di progetti immobiliari costituisce un Deal Flow autonomo, che può essere soggetto a fluttuazioni stagionali o cicli congiunturali.
- Progetti di maggiori dimensioni con riferimenti internazionali: Nei mandati transfrontalieri, il Deal Flow risulta spesso più variegato e può determinare collaborazioni con partner internazionali.
Differenze rispetto a termini simili e possibili fraintendimenti
Deal Flow viene talvolta confuso con termini come acquisizione di mandati o semplicemente volume dei mandati . Mentre l’acquisizione di mandati descrive il processo di ottenimento di nuovi incarichi e il volume dei mandati si riferisce all’entità di un’attività già esistente, Deal Flow si riferisce esplicitamente al flusso continuo di transazioni in entrata e in uscita o di richieste di mandato nella loro totalità – e ne comprende contemporaneamente il numero, la qualità e il potenziale economico.
Un ulteriore criterio distintivo si rileva rispetto al portfolio progetti, che di norma si riferisce a progetti già avviati ed elaborati, mentre il Deal Flow rappresenta soprattutto la pipeline di potenziali mandati attualmente in ingresso.
Domande frequenti
Cosa significa Deal Flow per chi inizia la professione?
Un Deal Flow elevato offre la possibilità di essere coinvolti precocemente in diversi progetti o transazioni, acquisendo così esperienza pratica in differenti ambiti tematici.
Come si riconosce un Deal Flow forte in uno studio legale?
Indizi sono una molteplicità di mandati paralleli, progetti nuovi con regolarità e, ove appropriato, un alto grado di notorietà dello studio nel mercato.
Il Deal Flow è la stessa cosa del fatturato?
No, il Deal Flow descrive l’afflusso e la qualità delle opportunità di affari o delle transazioni e rappresenta quindi una fase preliminare rispetto al fatturato effettivo, che assume rilevanza solo dopo la conclusione positiva dell’incarico.
Qual è il ruolo del Deal Flow nella scelta del datore di lavoro?
Un Deal Flow attrattivo può indicare un ambiente di lavoro dinamico e variegato ed è per molti un criterio nella scelta di una nuova posizione professionale.
Esistono fluttuazioni stagionali nel Deal Flow?
A seconda del settore, dell’area del diritto o di fattori esterni (ad es. sviluppo economico), il Deal Flow può essere soggetto a fluttuazioni stagionali o congiunturali.
Il termine Deal Flow rappresenta dunque un indicatore centrale della dinamicità del mercato, dell’afflusso di incarichi e delle possibilità di sviluppo all’interno di uno studio legale, in particolare nelle strutture orientate all’economia e attive a livello internazionale.
Domande frequenti
Quali requisiti giuridici devono essere rispettati nella trasmissione di informazioni sul Deal Flow?
Nella trasmissione di informazioni relative al Deal Flow devono essere rispettati, in particolare, gli obblighi di legge a tutela delle informazioni riservate e le disposizioni in materia di protezione dei dati personali. Le informazioni su potenziali investimenti, dati aziendali e strategie sono spesso tutelate da accordi di riservatezza (Non-Disclosure Agreement, NDA) che ne vietano la trasmissione non autorizzata a terzi. Possono inoltre trovare applicazione normative di settore come la legge sul commercio degli strumenti finanziari (WpHG) e la legge contro la concorrenza sleale (UWG), in particolare quando si tratta di informazioni privilegiate. Va considerato anche il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE qualora siano trattati dati personali. In caso di inosservanza sono previste non solo azioni civili per risarcimento danni, ma anche conseguenze penali e sanzioni da parte delle autorità di vigilanza. Le aziende dovrebbero garantire che i processi interni siano conformi al quadro legale e che il personale sia regolarmente formato.
Quali obblighi esistono nell’ambito della prevenzione del riciclaggio di denaro nel Deal Flow?
Nell’ambito delle attività di Deal Flow, in particolare banche, fornitori di servizi finanziari, società di venture capital e private equity sono soggetti ad ampi obblighi per la prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. In base alla legge sul riciclaggio di denaro (GwG), sono tenuti ad applicare obblighi di diligenza relativi all’identificazione delle controparti, alla determinazione del titolare effettivo e al monitoraggio continuo del rapporto d’affari. Prima di ogni operazione nell’ambito del Deal Flow è necessaria una valutazione del rischio e ogni sospetto deve essere immediatamente segnalato alla Financial Intelligence Unit (FIU). Violazioni a tali obblighi possono comportare sanzioni pecuniarie rilevanti o anche conseguenze penali. Si consiglia pertanto di definire chiaramente i processi e le responsabilità all’interno dell’organizzazione, nonché di effettuare analisi dei rischi continue.
Quali conseguenze comporta una violazione degli obblighi di riservatezza nel processo di Deal Flow?
La violazione degli obblighi di riservatezza stabiliti contrattualmente o previsti dalla legge può comportare gravi conseguenze legali ed economiche. Se informazioni riservate vengono trasmesse senza autorizzazione, sono possibili richieste di cessazione e risarcimento danni da parte dell’azienda lesa. In caso di violazioni gravi può avvenire la risoluzione straordinaria di contratti esistenti nonché l’avvio di indagini penali, soprattutto per la rivelazione di segreti aziendali o commerciali (§ 17 UWG o § 203 StGB). Violazioni della normativa sulla protezione dei dati possono inoltre essere sanzionate dalle autorità di controllo tramite multe. L’attore coinvolto rischia inoltre una significativa perdita di reputazione e di fiducia sul mercato.
Quali obblighi di comunicazione regolamentare esistono nella fase di avvio di deal?
A seconda della tipologia e dell’entità dell’investimento previsto possono essere applicati diversi obblighi di comunicazione regolamentare. In caso di transazioni che superano determinati valori soglia, ad esempio, la legge sul commercio con l’estero (AWG) e il relativo regolamento (AWV) prevedono obblighi di notifica verso il Ministero federale dell’Economia e Protezione del Clima (BMWK), in particolare se investitori stranieri investono in aree rilevanti per la sicurezza. Inoltre, la legge sul commercio degli strumenti finanziari (WpHG) impone l’obbligo di comunicazione, in particolare quando si acquisiscono partecipazioni significative in società quotate. In presenza di operazioni soggette al controllo delle concentrazioni (antitrust), possono sorgere anche obblighi di notifica nei confronti dell’Autorità federale antitrust o della Commissione europea. La mancata osservanza di tali obblighi può comportare l’inefficacia della transazione, multe e altre sanzioni.
Cosa bisogna considerare in materia di compliance per le attività di Deal Flow?
La compliance nel contesto del Deal Flow significa il rigoroso rispetto di tutte le disposizioni legislative, regolamentari e contrattuali. Ciò riguarda in particolare la normativa anticorruzione, la prevenzione del riciclaggio di denaro, il diritto antitrust, la privacy e le norme sul controllo delle esportazioni. Le aziende sono tenute a implementare chiare policy interne per la gestione delle potenziali operazioni e per la comunicazione con le parti esterne. Il rispetto di queste policy deve essere monitorato e verificato regolarmente nell’ambito di programmi di compliance. Le violazioni possono comportare non solo danni finanziari rilevanti, ma anche una perdita duratura di reputazione e rischi di responsabilità per la direzione e gli organi di controllo.
Come devono essere gestiti giuridicamente conflitti di interesse nell’ambito del Deal Flow?
I conflitti di interesse possono insorgere nel Deal Flow a diversi livelli, ad esempio quando dipendenti o consulenti hanno rapporti personali con le parti di un’operazione o sono essi stessi economicamente coinvolti. Dal punto di vista legale, è necessario rendere tali conflitti trasparenti ed adottare misure adeguate per garantire l’indipendenza e l’integrità del processo decisionale. Secondo la forma giuridica, devono essere stabilite in azienda policy sui conflitti di interesse e relativi obblighi di disclosure. Per determinate categorie professionali, quali avvocati o consulenti finanziari, esistono inoltre specifiche norme deontologiche per evitare e rendere noti conflitti di interesse. In caso di violazioni, possono sorgere pretese di annullamento dell’operazione, richieste di risarcimento danni e anche sanzioni disciplinari.
Qual è il ruolo della protezione dei dati nei processi di Deal Flow?
Nel Deal Flow vengono regolarmente trattati dati personali, ad esempio nell’ambito di due diligence, round di finanziamento o nella trasmissione di dati di contatto. Il GDPR dell’UE e la legge federale tedesca sulla protezione dei dati (BDSG) impongono pertanto alle aziende di rispettare in particolare i principi di minimizzazione dei dati, limitazione delle finalità, trasparenza e sicurezza del trattamento. La trasmissione di dati personali a terzi richiede una base giuridica valida (ad es. consenso o esecuzione contrattuale); i fornitori di servizi esterni devono essere tutelati sotto il profilo della privacy (ad es. tramite contratti di trattamento dei dati). Violazioni di tali disposizioni possono essere sanzionate con multe significative e compromettere la base operativa dell’azienda.